giovedì 27 settembre 2012
Internet non è un "paese" per eversivi. Non sarete mai anonimi. A meno che…
Occupy è morto. Viva Occupy!
mercoledì 12 settembre 2012
Evviva i black bloc dell'Alcoa!
Un immenso stuolo di ruffiani, pagliacci e imbecilli d'ogni genere gridò al black block all'indomani degli scontri di massa del 15 ottobre 2011, a Roma. Non c'è stato sterco umano di questo mondo che non abbia sposato la tesi idiota del complotto, delle "poche centinaia" (o addirittura cinquanta!) di facinorosi "professionisti della violenza" (?) che avrebbe rovinato la bella festa dei due o trecentomila pacifici. Se discutere con questi dementi servisse a qualcosa, gli proporrei di andarsi a vedere la quantità di pietre lanciate, quattro o cinque ore di resistenza intensissima contro migliaia di sbirri armati fino ai denti, la dimensione di quella piazza furibonda. Se fossero uomini, e non marionette del Capitale, gli chiederei come avrebbero fatto poche centinaia di persone a fare così tanti "danni". Ma la testa di minchia di turno so già cosa mi risponderebbe: è stato lo Stato! Sono infiltrati per rovinare la nostra manifestazione! Già, come se lo Stato fosse preoccupato di una branca di neo-fricchettoni intenti a mettere su l'ennesimo comizio idiota in San Giovanni... (Lo Stato teme così tanto questi indignati da aver sposato appieno fin dal 15 ottobre stesso la loro causa, "difendendoli" da quei cattivoni degli spaccavetrine).
Io il 15 ottobre c'ero e, forse, pubblicherò la mia cronaca. Per ora mi limito a dire che le carte sono venute sul tavolo: il 10 novembre 2012, gli scontri tra gli operai Alcoa e la polizia hanno seguito la stessa dinamica di quel 15 ottobre 2011. I soggetti erano un po' diversi, ma l'altro giorno hanno dovuto ammetterlo: gli scontri sono stati causati dalla massima intolleranza a cambiamenti rispetto a quanto imposto dalla questura. Unita tale arroganza di Stato alla rabbia esplosiva che sta ribollendo a causa di tutta questa miseria, ed ecco fatto. Il 15 ottobre andò alla stessa maniera.
Ricordo che ci siamo rotti i coglioni, quel giorno, di sfilare in una Roma deserta, di stare agli ordini di quel manipolo di servi del "coordinamento 15 ottobre"; le sfilate carnevalesche le lasciamo volentieri ai bambini, che si divertono. La lotta contro una società che ti condanna alla miseria è ben altra cosa. Abbiamo preteso che ci facessero largo, quei rivoluzionari "da salotto", quegli agitatori di mani a qualsiasi stronzata dicesse uno pseudo-leader da piazza.
E, puntuali come un orologio, le cariche di massa di centinaia di mercenari di Stato sono arrivate non appena il camion ha annunciato che ce ne saremmo andati in giro per Roma. Prima di allora, da quel "blocco" di facinorosi, non è volata neanche una mosca.
Come sono andate a finire le cose e la risposta all'aggressione sbirresca, lo sappiamo tutti, chi più chi meno.
Anche l'altro giorno è successa la stessa cosa: gli operai si sono rotti il cazzo della sfilata imposta dalla questura. Volevano andare a cercare solidarietà in giro. L'epilogo è stato lo stesso.
E' stata una bella giornata, quella del 9 settembre 2012; dove cazzo sono finiti i vostri black bloc, resposabili d'ogni violenza? Mercenari di Stato, che ne vostri miserabili forum tentate di pulirvi la coscienza (qui la misura della loro intelligenza, se proprio avete tempo da perdere): dove cazzo erano i fantomatici black bloc, le zecche, i teppisti?
Ve lo dico io: in ogni casa, in ogni fabbrica, dovunque. Il mondo intero è violento e reagisce alla violenza del Capitale, della sua miseria e del suo Stato servo.
La strada per l'offensiva permanente ormai è presa. Avevano dato la colpa di ogni disordine ai teppisti, mentre ora è evidente che così non era e non è mai stato.
Giù la maschera: il proletariato non ha altri amici se non tra le sue fila.
giovedì 26 luglio 2012
I sostenitori dei finti partiti di sinistra sono idioti o criminali?
Per noi materialisti, queste affermazioni lasciano il tempo che trovano. Che tutti i partiti istituzionali siano partiti borghesi (organizzazioni politiche che agiscono negli interessi della borghesia organizzando il suo Stato per lo sfruttamento delle masse operaie), è per noi scontato e non più oggetto di discussione da almeno gli anni '10 del secolo scorso; la definizione stessa di partito istituzionale, cioè di partito che mira (al di là delle finte ideologie che propaga) al suo insediamento nelle istituzioni statali borghesi, ci dice che sono partiti borghesi nemici delle masse proletarie. Il proletario che sostiene questi partiti è una persona che appoggia il suo nemico; definire un individuo del genere come un idiota parrebbe quasi automatico.
sabato 21 luglio 2012
Il babbeo economista e l'isterica religione economica
Mai nessuna scienza si è rivelata tanto fallimentare come l'economia: fin dagli albori questa disciplina misto arte e scienza è venuta dietro agli avvenimenti reali, tanto di giustificarli e di eternizzarli quando già erano diventati decadenti Dunque solo gli economisti potevano sostenere il mercantilismo quando giò il capitale industriale trionfava; solo gli economisti potevano inginocchiarsi al liberismo assoluto quando esso era già morto e sepolto dal capitalismo monopolistico e statalista; solo gli economisti, oggi, possono blaterare di regole e politica per tenere a bada lo stregone capitalistico sfuggito al controllo, quando il capitale si è completamente autonomizzato e distaccatto dalla classe borghese fisica che lo controllava (capitale finanziario).
Essi sono stati e sempre saranno dei falliti, dei sacerdotuncoli reazionari che nemmeno riescono a star dietro alla loro società. Oggi li vediamo dimenarsi come polli senza testa a chiedere a squarcia gola... nemmeno loro sanno cosa. Chiedono regole, chiedono sacrifici, chiedono politica per... non lo sanno, ma bisogna far qualosa, per dio!
domenica 15 luglio 2012
Sono tutti liberi pensatori
sabato 14 luglio 2012
Link sul "Cervello sociale"
"La struttura delle comunicazioni, che già Marx prese in esame, è ormai ad un livello altissimo di integrazione mondiale: lo sviluppo dei traffici e delle reti informatiche, la conservazione dei dati in memorie sempre più diffuse nella società, l'elaborazione interattiva di questi dati, in tempo reale o differito, quindi il raggiungimento di una indifferenza spaziale e temporale nella comunicazione fra uomini, tutto ciò fa parte della maturazione di quel cervello collettivo che la società di domani saprà utilizzare al meglio per un nuovo e inimmaginabile balzo; e il risultato sarà così potente da potersi paragonare a quello raggiunto dall'umanità con il passaggio dalla raccolta in natura alla produzione cosciente di cibo e manufatti."http://www.quinterna.org/Rivista/00/cervellosociale.htm