lunedì 8 ottobre 2012

Chi paga i servizi pubblici? "Tutti noi", il mito è duro a morire

Cazzo, lo griderò a squarciagola a vedere se si capisce: LO STATO NON LO PAGANO I LAVORATORI MA I CAPITALISTI! Questa non dovrebbe essere una rivelazione, visto che suppongo che nessuno di voi creda ancora alla favola della Stato neutrale; visto che lo Stato borghese è lo strumento della borghesia per imporre il suo volere, mi parrebbe triviale pensare che se lo paghi da sola.

Ed ecco la domanda imbecille che, però, puntualmente arriva: "e allora le tasse? i soldi che mi detraggono dalla busta paga? e le accise sulla benzina?". Tale domanda è imbecille non tanto perché lo è la domanda in se, ma perché basterebbe un minimo sforzo mentale per comprendere che è tutto un giochino contabile: per l'operaio rappresenta salario effettivo non quanto il padrone dice di pagare per lui, ma quanto effettivamente gli viene in tasca. Se tizio percepisce 2000€ di salario lordo, di cui 900 sono automaticamente trattenute di tasse e successivamente (tra accise, tasse indirette, ecc.) si vede privato di altri 300 euro, allora è matematica che il suo salario effettivo (cioè che può spendere dove vuole) ammonta a non più di 800 euro. Quello è il livello del salario, o meglio, il valore della forza-lavoro (questa teoria marxiana mai presa in considerazione come merita). Il resto non è niente per l'operaio, non è suo salario. E non può pagare nulla con ciò che non possiede. Se il valore della forza-lavoro è 800 euro, qualsiasi abbassamento/aumento di tasse provocherebbe un abbassamento/aumento del salario reale fino a 800 euro. Il padrone paga al proletario il minimo indispensabile; se il minimo è 800 euro e il salario è composto da R=l+w-td-ti (lordo+welfare - tasse dirette - tasse indirette), R è fisso a 800 per cui al diminuire di td o ti deve necessariamente diminuire l e/o w, cioè i servizi di welfare pubblico.

Che i padroni si mettano a pagare il loro Stato per mezzo di una quota su ogni proletario, per mezzo di una trattenuta sui loro profitti contabili o mediante una partita a poker, non toglie che il loro stato è a carico loro perché se così non fosse significherebbe che, bontà loro, elargiscono ai proletari più del minimo necessario.

L'evidenza di quello che dico è data dal fatto che in tempo d'austerity la borghesia si lamenta sempre dell'eccessiva pesantezza dello Stato, ma MAI si mette a tagliare le spese poliziesche e militari, necessarie per la sua sopravvivenza. Ciò che vuole diminuire è sempre e solo la stessa cosa: il salario reale. Per mezzo di l, di w o di entrambe, non importa.

Remember: questo è il loro Stato.

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